Storia della cascina

Posta sulla via d'acqua del Naviglio Grande, la Cascina Poscallone, come la sua quasi omonima Poscallo, è situata in una porzione del territorio di Abbiategrasso che anticamente era definito “in Poscale”. Poscallo, o meglio Poscale, era denominata una località posta tra le attuali cascine Poscallone (appena sotto Cassinetta di Lugagnano) e quello che oggi è il Naviglio di Bereguardo.

Le origini della cascina

La Cascina Poscallone potrebbe risalire al Trecento, non vi sono prove certe, ma sicurmente non è più tarda del Quattrocento. Probabilmente nacque come grangia di un monastero benedettino o umiliato. Due grandi affreschi, di cui uno già restaurato e uno ancora da restaurare, testimoniano l'importanza che il sedime deve aver avuto in quel periodo.

"Piscalis", latino medievale, richiama la pescosità e allude probabilmente a una o più peschiere nel Ticinello, l'antica roggia che poi è diventata nel corso del tempo il Naviglio Grande. Questo spiegherebbe l'origine del suo nome e la posizione della cascina, affacciata sull'Alzaia del Naviglio Grande, in corrispondenza di una piccola lanca. 

Alla fine del Quattrocento inizia anche la costruzione del Monastero dell'Annunciata di Abbiategrasso ed è questa la data più probabile alla quale far risalire gli affreschi del Poscallone. San Bernardino da Siena era passato da Abbiategrasso nel 1431 ed è raffigurato in entrambi gli affreschi.

Non abbiamo documenti che ci mostrino con certezza cosa accadde al Poscallone durante il Cinquecento, perché gli archivi della Pieve di Corbetta, dalla quale dipendeva, sono andati in fumo. Unica certezza è che alla fine del Cinquecento il Poscallone, o "Poscallo di sopra", era diventato una Cascina privata.

Forse l'alienazione ha a che fare con la tragica fine dell'ordine degli Umiliati, o forse no. La storia non restituisce sempre i suoi segreti. 

La presenza degli Umiliati ad Abbiategrasso - prima che questo ordine fosse dichiarato eretico al tempo della Controriforma - è del resto testimoniata anche da un'altra cascina del circondario, a poche centinaia di metri sull'alzaia opposta del Naviglio: la cascina (ex chiesa) di Santa Maria in Campo. Ma non vi sono elementi per concludere che il Poscallone fosse di loro proprietà, forse più semplicemente apparteva all'antico monastero abbiatense benedettino di San Martino.

Da quanto abbiamo potuto verificare, l'estensione della cascina Poscallone e del suo fondo rimase pressoché immutata nel tempo: nel 1802, quando il fondo era di proprietà dei Negri di Cassinetta e corrispondeva a 283 pertiche milanesi (circa 19 ettari).

L'edificio e l'annesso terreno passarono di mano in mano, finché nel 2011 pervennero agli attuali proprietari, che iniziarono un'impegnativa opera  di restauro conservativo. Attualmente sono stati recuperati due edifici: la residenza dei proprietari nel 2017 (ricavata nella parte più antica e quattrocentesca) e un edificio novecentesco recuperato nel 2018, dove si trovano un bilocale per i dipendenti e gli alloggi dell'agriturismo. E' in progetto un nuovo deposito per i trattori, terminato il quale potrà iniziare - si spera - il recupero dell'ala Nord.

Affresco Madonna con bambino (1500 ca)

Prima e dopo il restauro.

Madonna con bambino. Il bambino tiene in mano qualcosa che potrebbe essere un soffione (un fiore), ma con gli occhi di oggi il fiore assomiglia a un rasoio bilama, per questo l'abbiamo soprannominata "la madonna del bilama". I santi sono Francesco (a sinistra) e Bernardino (a  destra),quest'ultimo riconoscibile dalle 3 tiare (rifiutò per tre volte di diventare vescovo).

Ancora da restaurare

Questo grande affresco è molto ammalorato. Speriamo di riuscire a restaurarlo quanto prima.

Si tratta di una crocefissione, con Madonna (o Santa Chiara?), una figura inginocchiata e intorno i santi Bernardino (a sinistra), di cui sono rimaste soltanto le 3 tiare, e Francesco a destra. Nel lato in basso a destra è visibile quello che rimane di una figura misteriosa, con la veste calata e il torso scoperto, forse un San Francesco che si sveste.